RINASCIMENTO
Il movimento ha due anime, anzi ne ha
diversi milioni, ma di due tipi.
Anime radicali
Anime riformatrici
Finché si lotta, con l'acqua alla
gola, con tutti contro e contro tutti non si percepisce la diversità.
Si sta in trincea gomito a gomito col nostro compagno. E'
meraviglioso, non c'è più distinzione, non c'è più confine...
L'altro è solo colui che sta di là dalla barricata.
Poi arriva il momento in cui si vince.
Per fortuna arriva questo momento, per fortuna ma soprattutto per
volontà e impegno.
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio e
una volta fuori dalla trincea il compagno che avevamo accanto
riprende l'identità che ha, che aveva e che ha sempre avuto.
L'anima a riposo riprende il posto che
le compete e le differenze cominciano a fare la loro parte, ma dentro
all'inevitabile diversità ci vuole una gran dose di obiettività e
di lucidità per trovare una strada che vada oltre.
Ora, la situazione che in questo
momento abbiamo davanti ai nostri occhi è la seguente:
- Abbiamo vinto. Tutti lo sanno, anche chi non lo direbbe mai, nemmeno sotto tortura.
- Nessuno ha la forza, da solo di governare il paese.
- Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto non per soldi, non per potere, non per gloria, non per rivalsa ma solo per Amore.
La posizione del movimento è stata fin
dall'inizio quella di non fare alleanze con nessuno. Una posizione
radicale e nobile che ha ragioni ben precise nel rifiuto delle
logiche di potere legate alla repubblica precedente.
Ma nessuno, quando ha fatto
quell'enunciato credeva di arrivare a vincere. Era un moto alto e
coraggioso, che doveva testimoniare la purezza d'animo di chi lo
pronunciava, ma che non teneva conto del fatto che questo è un paese
reale, un paese con milioni di persone che pensano diversamente da
noi e che per sempre lo faranno, con milioni di persone che non
pensano affatto e che con buona probabilità non penseranno mai.
Che ci piaccia o no (ma dovrebbe
piacerci) il mondo sarà sempre così, variegato, contraddittorio,
trasversale.
Il gesto che ci ha portati fin qui,
nato e alimentato dalla formidabile energia di Grillo ha un senso non
in quanto schema logico di ragionamento, ma soprattutto in quanto
slancio d'amore.
Per amore si combatte, per amore mio,
dei miei figli del mio fratello... Ma anche per amore di questo
paese, per amore verso questa terra e per tutte le persone che la
popolano, molte delle quali popolano le file dall'altra parte della
barricata.
Amore, Amore con la A maiuscola, Amore
incondizionato come unica regola, come unico punto di
riferimento,come unico faro che orienta l'agire dei Giusti.
Ora quando guardiamo questo povero
paese, dilaniato, sanguinante, straziato non possiamo non pensare ad
una strategia che lo rimetta in piedi, perché nessuna guerra ha
senso se ciò per cui si combatte smette di esistere.
L'intransigenza di quell'enunciato
“Niente alleanze” ha un senso, l'establishment del PD non è
certo qualcosa per cui valga la pena di essere pietosi, ma a volerli
distruggere adesso, il rischio concreto che si corre è quello di
distruggere insieme a loro il resto del paese. Il rischio e di fare
come quel chirurgo che annuncia che l'intervento è perfettamente
riuscito, ma che il paziente è morto.
La base del PD come di qualsiasi
partito è fatta di gente comune, di popolani tanto quanto lo siamo
noi, di persone che meritano rispetto prima ancora che l'Amore di cui
dobbiamo essere testimoni.
Rispetto profondo che non potrà che
dare i suoi frutti nel lungo termine.
In questo momento è necessario fare
appello alla parte migliore del paese per rimettere al centro la
palla nel campo della democrazia:
- Con una legge durissima relativamente all'ineleggibilità dei pregiudicati
- Con una legge sulla durata massima di 2 mandati
- Con una legge altrettanto severa sul conflitto di interessi
- Con una legge elettorale che garantisca equità e governabilità
- Con una legge che imponga trasparenza e democrazia all'interno dei partiti
- Con una legge che abolisca definitivamente il finanziamento pubblico dei partiti
In questo momento il coltello lo
abbiamo noi dalla parte del manico e abbiamo la forza e la situazione
per strappare questi 6 punti cardinali al PD. Per giunta la base del
PD (e probabilmente non solo del PD) è con noi in tutto questo e la
dirigenza del partito lo sa.
Non dobbiamo essere noi ad accettare o
a rifiutare un'alleanza, dobbiamo essere noi a imporre al PD una
linea precisa per un governo di transizione che realizzi questi sei
punti e che poi si spenga con lo stesso automatismo con cui il timer
spegne il condizionatore nelle notti d'estate.
Questa sarà una dimostrazione di forza
straordinaria, di rettitudine e di Amore per il paese che ci porterà
alle prossime inevitabili elezioni con un patrimonio di credibilità
straordinario.
La forza del guerriero diventerà la
saggezza dello stratega e nessuno, dico “nessuno” confonderà la
volontà di raggiungere i propri ideali con un basso opportunismo da
vecchia repubblica.
Questa sarà la vittoria definitiva che
metterà la pietra tombale sulla vecchia repubblica e sulla
partitocrazia che l'ha potata al fallimento.
Questo sarà l'inizio di un nuovo
rinascimento, un nuovo secolo che porta un valore in più oltre al
lume della ragione, un secolo di Amore.
Per come la vedo io, sedersi sulla riva
del fiume ad aspettare che passi il cadavere di Bersani, o, volesse
Dio, aspettare che qualcuno presenti una legge che possiamo
condividere e votare è una follia.
Adesso lo stato possiamo e dobbiamo
essere NOI.